La contribuzione da riscatto: cos’è e quando conviene

Contributi da riscatto: quando convengono?

Il riscatto agevolato del corso di laurea è una opzione introdotta dal DL n. 4/2019 che consente il riscatto di periodi del corso di laurea o equiparati (specializzazione, dottorato, ecc.).

Cosa sono i contributi da riscatto?

I contributi da riscatto permettono al lavoratore di richiedere una copertura pensionistica anche per i periodi nei quali non ci sono stati versamenti contributivi, ad esempio per periodi di disoccupazione o di studio. In questo modo è possibile accumulare ulteriori contributi validi ai fini della pensione, che ne aumenteranno l’importo e ne avvicineranno la data utile.

Quanto costano i contributi da riscatto?

I contributi da riscatto sono a titolo oneroso, quindi richiedono il pagamento di un importo di denaro.

La legge n. 247/07 prevede la possibilità di poter effettuare il versamento dei contributi a titolo di riscatto in n. 120 rate mensili. I contributi partecipano al raggiungimento degli anni di contribuzione necessari per la pensione di vecchiaia.

L’importo da versare varia in base a due fattori: la retribuzione media del lavoratore e la gestione del fondo pensione.

Nel caso di un ex lavoratore dipendente, il calcolo si applica partendo dalla retribuzione media dell’ultimo anno di lavoro sulla quale si calcola una aliquota del 33%.

Per gli autonomi l’aliquota è del 24% della retribuzione minima applicata ogni anno per gli artigiani e commercianti. Mentre per gli iscritti alla Gestione Separata Inps, l’aliquota corrisponde al 25% del reddito annuo e al 33% per i collaboratori.

La circolare n. 24 del 11 febbraio 2022 spiega che quest’anno la copertura di un intero anno di contribuzione richiede 3.606,17 euro di versamenti. L’1,9% in più rispetto allo scorso anno secondo il tasso di inflazione calcolato dall’Istat.

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Conviene riscattare i contributi?

Non è facile stabilire se conviene pagare per riscattare i contributi, siccome ogni caso è a sè. A volte il riscatto dei contributi è tanto costoso da non avere una soddisfacente contropartita in pensione finale, per cui non vale la pena spendere soldi di riscatto se poi non si recuperano a fine lavoro.

Teoricamente, riscattare contributi è utile per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro e aumentare l’importo pensionistico. Tuttavia bisogna valutare la convenienza nel proprio caso. Nella gran parte dei casi riscattare tre anni di contributi in generale può non essere poi conveniente, nel senso che il costo finale può essere più alto dell’aumento della pensione che si può ottenere.

Non sempre i versamenti volontari dei contributi sono utili per andare in pensione. Se, ad esempio, un lavoratore ha già maturato i requisiti contributivi minimi per la pensione di vecchiaia (20 anni) e deve raggiungere l’età minima per andare in pensione, versare contributi volontari non sposterà di molto la situazione.

Chi può richiedere i contributi da riscatto?

  • i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • gli iscritti a una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
  • gli iscritti alla Gestione Separata dei lavoratori parasubordinati;
  • gli iscritti ai fondi speciali, sostitutivi, esclusivi gestiti dall’INPS.

Precisiamo che gli iscritti alla Gestione Separata possono riscattare i periodi di collaborazione coordinata e continuativa precedenti al 1996 nel limite massimo di cinque anni

Per quali periodi è possibile richiedere contributi da riscatto?

  • Periodi di studio universitario: il lavoratore può riscattare in qualsiasi momento i periodi corrispondenti all’intera durata dei corsi legali di studio universitario, oppure per solo una parte di essi, a eccezione degli anni accademici “fuori corso” e dei periodi già coperti da contribuzione (periodi di studio e lavoro)
  • Periodi di formazione professionale, di studio e ricerca per periodi finalizzati all’acquisizione di titoli o di attestati per la progressione in carriera
  • Periodi di lavoro svolto all’estero, in uno Stato che non abbia stipulato una convenzione previdenziale con l’Italia
  • periodi non interessati dalla prestazione lavorativa (lavoro part-time)
  • Assenza facoltativa, per un massimo di 5 anni, per gravidanza e puerperio al di fuori del rapporto di lavoro
  • congedo per gravi motivi familiari

Come fare domanda per la contribuzione da riscatto?

La domanda si presenta online all’INPS attraverso il servizio dedicato, Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164164 da rete mobile, enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Il lavoratore pertanto può effettuare un versamento all’ente previdenziale il cui importo varia in base ai periodi da riscattare, dell’età, del sesso e della retribuzione percepita.

Il riscatto dei contributi deve in ogni caso essere sempre autorizzato dall’istituto di previdenza. In genere si presenta una domanda per via telematica all’Inps o altro ente pensionistico che, valutato il caso, autorizza il versamento volontario dei contributi a titolo oneroso.

Il riscatto dei contributi quindi è una scelta che deve essere ben ponderata, per non rischiare di compiere investimenti destinati a non produrre benefici concreti.