Rimborso spese mediche: quando conviene alle aziende?

Illustrazione astratta vettoriale gratuita sul concetto di assicurazione sanitaria.

Il rimborso spese mediche costituisce un aspetto fondamentale del welfare aziendale. Questo perché offre vantaggi sia per l’azienda che per i dipendenti. La pratica in questione consente di affrontare le spese sanitarie senza incidere sul reddito imponibile. Ma come funziona concretamente il rimborso delle spese mediche per i dipendenti

Qual è l’importo medio che gli italiani destinano alle proprie cure sanitarie ogni anno?

L‘investimento nella salute personale continua a rappresentare una priorità per le famiglie italiane, come confermato da un’indagine della Banca d’Italia sulle spese sanitarie. Secondo i dati, ogni individuo spende in media 570 euro all’anno, sostenendo un costo annuo di circa 1.710 euro per una famiglia media composta da tre persone.

Ciò che merita attenzione è il fatto che solamente il 10% di questa spesa viene rimborsata da varie fonti, quali fondi sanitari, società di mutuo soccorso, casse, compagnie assicurative e altre istituzioni senza fini di lucro o imprese.

Questi numeri sottolineano il peso considerevole che le famiglie affrontano per garantire cure mediche e assistenza sanitaria

Welfare anche per gli amministratori

Il welfare aziendale, incluso il supporto tramite una cassa sanitaria, emerge come una soluzione non solo per i dipendenti, ma anche per gli amministratori che ricevono compensi assimilabili a quelli del lavoro dipendente. Tuttavia, per garantire la fruizione dei benefici fiscali legati a questi oneri di utilità sociale nel contesto del welfare aziendale, è essenziale seguire precise regole. 

Questo aspetto è fondamentale per evitare controversie con le istituzioni competenti come l’Agenzia delle Entrate e l’INPS

Una soluzione ottimale per aziende e dipendenti

Per quanto riguarda i dipendenti, può avvenire attraverso diversi meccanismi, come piani assicurativi sanitari o la possibilità per i lavoratori di richiedere il rimborso delle spese sostenute, previa presentazione delle relative ricevute o documentazione comprovante le spese sanitarie.

I voucher welfare rappresentano una soluzione molto conveniente sia per il datore di lavoro che per il lavoratore. Questi voucher consistono in somme di denaro erogate dall’azienda ai dipendenti per coprire spese mediche specifiche o servizi sanitari. La caratteristica fondamentale di tali voucher è che non concorrono alla formazione del reddito imponibile del lavoratore. In questo modo, si evita l’incidenza fiscale su questi fondi. Questo aspetto li rende estremamente favorevoli sia per i dipendenti che per l’azienda.

Come funziona il rimborso delle spese mediche?

Il welfare aziendale rappresenta un’opportunità sia per le aziende che per i dipendenti, permettendo, come abbiamo visto, di affrontare le spese mediche senza impattare sul reddito imponibile. Questo perché i contributi di assistenza sanitaria, versati da aziende o dipendenti secondo accordi o contratti, non rientrano nella formazione del reddito imponibile

La flessibilità dei voucher welfare permette ai dipendenti di utilizzarli per coprire spese sanitarie in base alle proprie esigenze, come visite mediche, farmaci e trattamenti specialistici. Questa soluzione allevia il peso finanziario delle spese mediche per i dipendenti, promuovendo nel contempo un ambiente lavorativo più sano e soddisfacente.

La situazione attuale

Precisiamo che non tutti i contributi versati dalle aziende e dai dipendenti alle casse sanitarie sono deducibili dal reddito. La circolare n. 5 del 29 marzo 2018 dell’Agenzia delle Entrate offre chiarezza su questo punto. L’articolo 51 del TUIR specifica che i contributi di assistenza sanitaria, secondo accordi aziendali o contratti nazionali, non vengono considerati nel reddito imponibile.

Questi contributi riducono l’ammontare su cui si calcola l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) fino a un massimo di 3.615,20 euro all’anno. È importante notare che il rimborso diretto delle spese mediche da parte del datore di lavoro al dipendente, a meno che non vada direttamente alle casse sanitarie dopo il versamento delle quote, viene considerato nel reddito. Questa precisazione è stata resa anche nell’interpello 258 del 2019 dell’Agenzia delle Entrate.

Una panoramica sul trattamento fiscale

Queste indicazioni normative forniscono un quadro chiaro sul trattamento fiscale dei contributi di assistenza sanitaria e del rimborso spese mediche da parte del datore di lavoro. È importante per aziende e lavoratori comprendere appieno queste disposizioni per evitare equivoci o problemi legati alla dichiarazione dei redditi.

Ogni azienda dovrebbe valutare attentamente l’introduzione di welfare di questo tipo in base alle proprie esigenze e a quelle dei propri lavoratori. Richiedi ora una consulenza con gli esperti di Salmeri per un’offerta su misura.